La prima sfida stagionale del Milan contro il Liverpool si è conclusa con un risultato amaro per i tifosi rossoneri. A San Siro, il Liverpool ha imposto il suo ritmo, lasciando il Milan con la sensazione di aver iniziato la stagione in salita. Il 3-1 a favore degli inglesi non lascia dubbi sul fatto che ci siano degli aggiustamenti urgenti da fare. Ma cosa non ha funzionato per il Milan? E, soprattutto, quali sono le soluzioni per Pioli e la sua squadra?

Il Liverpool impone il suo gioco: intensità e fisicità

Già dai primi minuti, il Liverpool ha mostrato la sua capacità di dominare la partita con un pressing asfissiante e una grande intensità fisica. Il Milan ha faticato a gestire questa aggressività, arretrando e lasciando troppi spazi a centrocampo. La squadra di Klopp ha sfruttato bene queste lacune, con i suoi attaccanti che si inserivano tra le linee difensive del Milan in maniera continua, creando pericoli costanti.

In particolare, Salah e Núñez sono stati devastanti, aggredendo la difesa milanista. L’unica risposta concreta è arrivata dal gol di Rafael Leão, una delle poche note positive per Pioli. Tuttavia, l’azione isolata del portoghese ha rappresentato più un colpo di genio individuale che un’effettiva capacità del Milan di impensierire la retroguardia inglese in modo organizzato.

Il problema del centrocampo: troppa fragilità

Se c’è un reparto che ha sofferto in modo evidente, è stato il centrocampo. La coppia composta da Loftus-Cheek e Reijnders non è riuscita a dare equilibrio alla squadra, né in fase di possesso, né in fase di interdizione. La mancanza di copertura difensiva è stata palese, permettendo ai centrocampisti del Liverpool di avanzare indisturbati e di creare superiorità numerica.

L’assenza di un leader in mezzo al campo capace di gestire la pressione avversaria è risultata evidente. Bennacer sarebbe stato l’uomo ideale per dare solidità, ma la sua assenza continua a pesare come un macigno.

Una difesa troppo vulnerabile

Altro punto dolente: la difesa. Se in campionato la retroguardia rossonera aveva mostrato segnali di solidità, contro il Liverpool i difensori sono apparsi disorganizzati e in balìa degli attaccanti inglesi. Tomori è sembrato in difficoltà nel contenere la velocità di Salah, e Kalulu non è riuscito a imporsi fisicamente sugli avversari.

Ogni ripartenza del Liverpool sembrava una minaccia, ed è in queste situazioni che il Milan dovrà lavorare di più per trovare soluzioni efficaci.

Cosa dovrebbe cambiare?

Un centrocampista di rottura: Il Milan ha urgente bisogno di un giocatore capace di rompere il gioco avversario e di coprire efficacemente le linee di passaggio.

Migliore gestione del possesso: La squadra ha mostrato difficoltà nel mantenere il possesso palla, perdendo spesso i duelli a centrocampo. Serve un giocatore più tecnico per dare fluidità alla manovra.

Maggior disciplina difensiva: La difesa va rivista, sia nelle posizioni individuali che nel lavoro collettivo. È fondamentale migliorare la sincronia tra i centrali e i terzini.

Cosa ha funzionato e non va cambiato?

Rafael Leão e il suo estro: Se c’è una luce in fondo al tunnel per il Milan, quella è rappresentata da Rafael Leão. Il talento portoghese ha dimostrato di essere uno degli attaccanti più pericolosi in circolazione, capace di creare occasioni anche in situazioni difficili.

La capacità di reagire: Nonostante la sconfitta, il Milan ha mostrato sprazzi di carattere. Lo spirito combattivo deve essere una base su cui costruire la rinascita.

Conclusioni: Un Milan da ricostruire

Questa sconfitta contro il Liverpool deve essere vista come un campanello d’allarme, ma anche come un’opportunità di crescita. Pioli dovrà intervenire rapidamente, soprattutto a centrocampo e in difesa, per correggere le lacune.

Il prossimo appuntamento sarà cruciale per capire se il Milan saprà reagire e mostrare la maturità necessaria per affrontare una stagione che si preannuncia ricca di sfide.


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